TITOLO:
Turandot
DI: Carlo
Gozzi
PREZZO: 1
euro
GENERE:
Fiaba teatrale
La storia di
Turandot (pronunciato proprio così com'è scritto, con la T alla
fine... non “Turandò”, quindi, come dicono in tanti, ma proprio,
esattamente “Turandot”) la conosciamo, bene o male, tutti.
Specialmente perché è una (nonché l'ultima e incompiuta) delle più
celebri opere di Giacomo Puccini.
Ma la storia
di Turandot conosce anche versioni più antiche, e questa di Carlo
Gozzi è una delle più classiche, nonché la prima adattata per il
teatro.
Debuttò nel
1762 a Venezia, ed è ispirata a una storia tratta da Le milles et
un jours, raccolta di fiabe persiane a cura del francese François
Pétis de la Croix, pubblicata tra il 17010 e il 1712 sulla scia del
successo delle fiabe esotiche alla maniera delle Mille e una Notte.
Carlo Gozzi
puntava alla salvaguardia del teatro dell'arte, con le sue maschere e
le sue caratteristiche: esattamente il contrario di quello che faceva
Carlo Goldoni, del quale Gozzi era, non a caso, un rivale.
Ecco perché
le opere di Gozzi presentano sempre maschere tipiche, come
Truffaldino e Brighella, Pantalone e Tartaglia.
Anche in
questa fiaba teatrale, in quest'opera tragicomica, ci sono.
Ma
indubbiamente il personaggio che ci colpisce di più è proprio
quello di Turandot. La storia, dicevo, la conosciamo tutti: c'è la
bellissima principessa cinese dal cuore di ghiaccio che detesta gli
uomini e non vuole sposarsi. E siccome in quanto principessa e figlia
unica deve sposarsi per forza, altrimenti il re suo padre rischia di
rimanere senza erede, escogita un trucco subdolo per eliminare i
pretendenti: approfittando della propria intelligenza e della propria
sapienza, dà ordine che solo quel principe in grado di risolvere i
suoi astuti indovinelli potrà sposarla. Chi non ci riesce è
inesorabilmente condannato a morte mediante decapitazione. E in
questo modo una, giustamente, pensa che nessuno sarà così stupido
da “fare domanda”. E invece no, perché Turandot è così bella,
o forse l'astuzia degli indovinelli è così presa sottogamba, che
sono in tantissimi quelli che decidono di cimentarsi, per poi fallire
miseramente e andare a decorare, con le proprie testoline recise, le
porte della città.
Questo
finché non arriva l'eroico principe Calaf, che un po' col suo
fascino, un po' con la sua arguzia, un po' con il patetico resoconto
delle sue sventure personali, non vince il cuore della bella altera,
oltre a risolvere gli enigmi.
Ma è
veramente così spietata e crudele Turandot? Non sarà semplicemente
che la fanciulla non vuole sposarsi? O vuole sposarsi con chi dice
lei, per amore e non per ragion di stato? Tutti, quando palano di
sposarla, non dicono mai “sposarla” ma “possederla”. Non in
senso erotico, ma proprio come se fosse un oggetto. Non sarà che
Turandot vuole solo essere “amata” e non “posseduta”?
DOVE
TROVARLA:
Se invece desiderate acquistarlo direttamente da noi, vi ricordiamo e VI SCONGIURIAMO di specificare IL FORMATO desiderato tra le comunicazione al venditore. Altrimenti ve lo manderemo in automatico in pdf.
Vi ricordiamo inoltre che la nostra è una piccola casa editrice a
gestione familiare. L'invio degli e-books viene effettuato personalmente
e pertanto potrebbe non essere immediato. Vi ricordiamo anche che è assolutamente necessario che ci venga fornito un indirizzo di posta elettronica al quale inviare i file. GRAZIE!
Nessun commento:
Posta un commento