TITOLO:
Rilla di Ingleside
DI: Lucy Maud Montgomery
PREZZO: 2 euro
DI: Lucy Maud Montgomery
PREZZO: 2 euro
“Anna dai
capelli rossi va
Vola e va come una rondine
Però un nido non ce l'ha
Non ha una mamma né un papà
Anna dai capelli rossi ha
Due grammi di felicità
Chiusi dentro all'anima
E al mondo vuol sorridere...”
Vola e va come una rondine
Però un nido non ce l'ha
Non ha una mamma né un papà
Anna dai capelli rossi ha
Due grammi di felicità
Chiusi dentro all'anima
E al mondo vuol sorridere...”
Battute
ironiche sul testo a parte, per tanti “Anna dai capelli rossi”
vuol dire questo. La sigla e il relativo cartone (o viceversa).
Per me ormai
non più. In tutti questi anni passati a tradurre i (ben) otto
romanzi della serie, la mia visione di Anna dai Capelli Rossi è per
forza di cose cambiata. Ed è con una lacrimuccia di nostalgia che ho
scritto (anzi, tradotto) la parola FINE in fondo a quest'ultimo
libro. Perché è la fine non solo di un libro, ma di tutta una serie
che è durata tantissimo. Avevo conosciuto Anna quando aveva undici
anni e ora la lascio che ne ha più di cinquanta. È lecito
commuoversi.
Nel corso di
otto romanzi, e oltre quarant'anni di narrazione, il personaggio
giocoforza cambia, matura e si evolve. E con lei il suo mondo.
L'orfanella dalle trecce rosse, con le lentiggini e la fervida
fantasia, non c'è più. Anna adesso è una donna adulta, madre di
sei figli. Ed è proprio la sua figlia più piccola a diventare
protagonista di quest'ultimo, ottavo romanzo, sicuramente molto più intenso
e maturo del primo, mentre Anna si ritira in buon ordine sullo
sfondo.
Rilla, così
si chiama la figlia di Anna, è il diminutivo di Marilla. È stata
chiamata così in onore di Marilla Cuthbert, la donna che aveva
adottato l'undicenne Anna. Però Marilla è morta tanto tempo fa,
Rilla non se la ricorda neppure e pensa solo che il suo sia un nome
brutto e antiquato. Rilla è nervosa e insoddisfatta, perché ha
(quasi) quindici anni ed è ansiosa di vivere e proprio non le va che
tutti la trattino ancora come una bambina. È insofferente al suo
nome e ancora di più al soprannome che le danno i fratelli, “Ragno”,
perché è magrissima e “tutta-braccia-e-gambe”. Vorrebbe
divertirsi come le sorelle più grandi, Nan e Di, andare a ballare e
portare vestiti eleganti e scarpe coi tacchi. Vorrebbe innamorarsi.
Vorrebbe soprattutto divertirsi. E quest'estate ha ogni intenzione di
farlo.
È l'estate
dei suoi quindici anni, un'età che dev'essere magica e
indimenticabile per ogni ragazza.
Però è il
1914. La notizia, appena apparsa sul giornale, dell'assassinio a
Sarajevo dell'arciduca Francesco Ferdinando viene presa sottogamba: è
una cosa capitata tanto lontano, irrilevante e ininfluente. Molto
meglio la pagina dei pettegolezzi locali. E nessuno, men che meno
Rilla, può immaginare la catastrofe a cui darà origine, e la
tempesta che quell'evento farà abbattere, proprio quell'estate,
sulle vite di tutti loro.
Ed è
proprio durante una serata speciale, quella magica e tanto sognata
del primo ballo di Rilla, una sera di stelle e di sogni, di balli
scatenati e romantiche passeggiate sulla spiaggia al chiaro di luna,
si abbatte il fulmine: è scoppiata la guerra, e nulla sarà più
come prima. Perché non è una guerra qualunque: è la Prima Guerra
Mondiale, la Grande Guerra. Una cosa simile non s'era mai vista
prima, e avrebbe travolto tutto il mondo.
E neppure
Rilla, per quanto viziata e frivola, può far finta di nulla.
Jem, suo
fratello maggiore, già il giorno seguente decide di arruolarsi. E
forse lo farà anche Kenneth, il bellissimo ragazzo che l'ha fatta
sognare la sera della festa. Tutto il suo mondo sta per andare in
frantumi.
Lunedì, il
fedele cagnolino di Jem, che si trasferisce in stazione in una
lunghissima veglia, in un'infinita attesa del ritorno del suo amato
padrone, simboleggia perfettamente l'ansiosa attesa delle “donne
che restano a casa” mentre i loro cari sono al fronte, e non sanno
se, e come, torneranno. È la tragedia della guerra seguita dal punto
di vista di chi rimane ad aspettare, che poi è il tema principale
del libro.
La vita di
Rilla cambia drasticamente: non più sogni e balli, non più
divertimenti e bei vestiti, ma nuove incombenze, nuovi doveri, nuove
cose da fare a da imparare.
Tutto si
complica quando Rilla, che ha sempre detestato i bambini, si ritrova
fra capo e collo un piccolo orfano di guerra, un neonato a cui solo
lei può badare. E poi ci sono i ragazzi che partono, forse per non
tornare mai più, sacrifici da fare, notizie quotidiane scoraggianti
e spaventose... e pensare che questi dovevano essere gli anni più
luminosi e spensierati della sua vita, quelli della sua adolescenza!
Ma Rilla non
è certo tipo da piangersi addosso. Rimboccandosi le maniche,
scoprirà in sé un coraggio e un'energia che nessuno, neppure lei,
aveva mai sospettato. Dubbi, ansie, dolori e speranze che Rilla
riversa nel suo amato diario, tra un'avventura buffa e una tragica
notizia dal fronte, tra gli angosciosi sogni premonitori di Miss
Oliver e le pepate battute della cameriera Susan.
Se la guerra
ha spazzato via il vecchio mondo, adesso ce n'è uno nuovo da
costruire. E tocca proprio ai giovani come Rilla farlo.
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